Castello Cavour

Il Castello Cavour di Santena è circondato da un parco all’inglese, ideato da Xavier Kurten. L’importante complesso monumentale, che comprende il castello (casa-museo che appartenne alle famiglie Cavour, Alfieri di Sostegno, Visconti Venosta), la Sala Diplomatica, il Parco, la tomba dei Cavour e la Torre è gestito dalla Fondazione Cavour. Le sale dei fabbricati settecenteschi sono state restaurate e sono destinate ad eventi culturali e mostre.

 

 

Piazza Visconti Venosta 2 – Santena (TO)
tel
011 94 92 578
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011 / 597373

Il Castello di Camillo Benso conte di Cavour a Santena a pochi passi dall’incrocio tra via Cavour e via Marta Tana (a poco più di 20 km da Torino).
Per prima cosa, vi consiglio vivamente, se arrivate in auto da via Torino e poi via Cavour, di girare a destra quando incrociate via Marta Tana per parcheggiare i piazza Forchino, gratuitamente, a 50 metri dal Castello (via Cavour da lì in poi è transitabile solo per mezzi autorizzati)…..multa certa.
La visita al Castello dura un’ora e nel costo del biglietto d’ingresso (5 euro adulti, 2,5 euro ragazzi 11-18 anni, 1,5 euro da 6 a 10 anni) è compresa la guida.
Le visite si possono fare tutte le domeniche da aprile ad ottobre. Essendo ad orario spezzato ci sono due possibilità: al mattino dalle 10,30; al pomeriggio dalle 15,00 alle 19,00. In settimana è visitabile solo per comitive e su prenotazione (Tel. 0119492155).
Purtroppo è dal 2008 che il parco di 23 ettari è inagibile a causa di lavori e piante ritenute pericolanti. Peccato, due passi tra il verde e le piante secolari sarebbero stati graditi (quindi se volete visitare anche il parco…telefonate prima e informatevi).
Veniamo alla visita vera e propria.
La prima cosa da fare è…..cercare la biglietteria che si trova “nascosta” sulla sinistra del castello al fondo della viuzza chiusa, vicino all’antico asilo infantile. Da lì si attraversa il muro di cinta e si arriva nel cortile posteriore del Castello (si, perché l’ingresso principale, quello dal Parco con vista sulla stupenda gradinata della facciata principale, è chiuso).
Più che un castello possiamo dire che questa costruzione era la “villa di campagna” di Camillo Benso, in quanto la sua residenza abituale era a Torino nel palazzo di via Cavour 8.
Questa residenza, ottenuta dalle rovine del castello del ‘500, in passato (1710) apparteneva al conte di Santena, Carlo Ottavio Benso. Poi, dopo varie ristrutturazioni e cause legali passò, verso il 1750, ai Benso marchesi di Cavour ed infine a Camillo Benso (che, tra l’altro, aveva un bel caratterino ribelle già da giovane).
Ora è composta da quattro piani, se si guarda dal lato scalone e da tre se si guarda dal cortile dell’ingresso attuale. L’esterno è decorato con stucchi e trompel’oil ancora in buone condizioni.
Entrando ci si trova davanti al maestoso salone d’accoglienza con il soffitto decisamente alto (occupa due piani). Si passa al salone delle Cacce, bello, con stucchi che rappresentano cervi con inserti di corna vere.
Qui si trova la maestosa Coppa in porcellana (unica al mondo) donata al Cavour da Napoleone III, posta su un basamento in legno appositamente creato per essere in bella vista.
Si transita dalla sala da Pranzo, arredata con tre piccoli tavolini e grandi tele del Crivelli alle pareti; si prosegue nello studio Visconti Venosta, con legni e tele alle pareti e scrivania-studio. Si continua con la sala di ritrovo per gli uomini, quindi quella per le donne (detto salotto dorato) con divani, tavolo per il gioco della dama e delle carte, fino alla camera da letto (letto classico corto a baldacchino e carta di riso con decori di ispirazione cinese alle pareti) della nonna di Camillo Benso, Filippina di Sales. Questa è l’unica camera da letto situata al piano terra proprio a causa delle scarse condizioni di salute dell’anziana signora che non le permettevano di salire le scale per raggiungere i piani superiori.
Salendo si incontrano le camere per gli ospiti ed infine la camera-studio di Camillo Benso, arredata con scrivania, divano, letto a baldacchino (con sopra la maschera funeraria del suo viso), la cassettiera con scomparti per depositare le note di lavoro da completare o rivedere, che spesso Cavour si portava a casa.
Qui troviamo anche la cassettiera con sopra tre “ricordi” a lui cari: la tela rappresentante la morte dell’amato nipote Augusto durante la battaglia di Goito (prima guerra d’Indipendenza- maggio 1848) all’età di vent’anni, una teca contenente la divisa militare che il nipote indossava al momento della morte (con visibile il foro della pallottola che lo colpì) e una piramide commemorativa con incastonata la pallottola stessa.
Il percorso verso l’uscita passa attraverso la stupenda libreria contenente volumi rari ancora consultabili (a richiesta) dagli studiosi.
Esternamente si trova il Salone Diplomatico, al posto delle precedenti serre. E’ un ampio stanzone di circa 20 metri per 10 metri chiamato così proprio perché si pensa (e forse era così) che Camillo Benso avesse fatto delle riunioni tra Ministri proprio in questo luogo.
Sebbene meno conosciuta di altre residenze questo castello è ben tenuto e, a mio parere, merita in ogni caso una visita.
All’esterno, sul fianco sinistro della chiesa parrocchiale sorge la Tomba di Famiglia, rivestita in marmo grigio, dove Camillo Benso è sepolto vicino al Nipote e ad altri componenti della famiglia.
Ultima osservazione: la cripta, essendo posta all’esterno del castello ed essendo un monumento nazionale, è visitabile gratuitamente.
Per chi poi volesse approfondire la vita di Camillo Benso e gli eventi storici della sua epoca, vicino alla biglietteria (visitabile anche a fine percorso), si trovano una serie di pannelli con descrizioni molto accurate degli eventi più importanti.
Mi scuso per le eventuali dimenticanze e spero di essere stato di aiuto a chi, in futuro, avesse desiderio di visitare tale luogo.

fonte: un visitatore al castello