Ricerca dispersi

In caso di dover effettuare la ricerca di persone scomparse in zone ampie, si possono definire tre fasi:

ATTIVÁ OPERATIVA e di RICERCA

FASE ATTIVA Si tratta della prima fase, quella che attiva l’operazione. E’ il Sindaco o chi per esso ad avviare l’intervento, comunicando al Prefetto la necessità di attivazione dei Volontari (al fine di poter usufruire delle relative coperture assicurative). Lo stesso Sindaco, successivamente, comunica ai referenti delle associazioni, o dei gruppi attivi di Protezione Civile in loco o dei comuni limitrofi col consenso della Prefettura.
FASE OPERATIVA Si istalla la direzione operativa in un locale con presenza di un telefono oppure la possibilità di poter comunicare Via Radio. Il coordinamento è sempre diretto dal Comune. La struttura è composta dal Sindaco o da chi per esso, dai rappresentanti delle associazioni o gruppi contattati. Illustrato il problema e la zona, da parte del Comune e dai familiari dei dispersi, i rappresentanti propongono, vista la carta topografica della zona nella scala il più grande possibile i modi di intervento, con battute a piedi o con unità cinofile ecc…. Le decisioni, sentiti i pareri delle forze dell’ordine, spettano sempre al Sindaco o ad un suo delegato. FASE DI RICERCA In base alle decisioni del Sindaco, i vari responsabili delle associazioni allertano il numero necessario degli aderenti che vengono convocati in un locale chiamato “base” messo a disposizione dal Comune; vengono divisi in gruppi da otto persone, al capo gruppo viene data una copia topografica della zona di ricerca e un telefonino o radio trasmittente; l’operatore dovrà mantenere costantemente le comunicazioni con la direzione operativa, in ogni gruppo deve esserci una persona che conosca bene la zona. La ricerca viene fatta disponendo i volontari affiancati, ad una distanza dipendente dalla vegetazione, dal terreno e dalla luce. Il Volontario deve vedere bene il compagno e il terreno che li divide. Si sconsiglia la ricerca di notte, essa dà pochi risultati. Di notte si procede a distanza molto ridotta ed ogni volontario deve essere munito di torcia. Molto più sicuro ed efficace il risultato con i cani da ricerca, essi possono operare anche di notte, fiutando un indumento del disperso, ma in questo caso occorre essere in possesso di una buona illuminazione.

SEGNALAZIONI ALL’ELICOTTERO
Area di atterraggio Per evidenziare ai piloti l’area di atterraggio da parte dei soccorritori sono stati messi a punto dei segnali internazionali, con il seguente significato: Una volta avvistato l’elicottero un soccorritore si posiziona al margine sopravento dell’area di atterraggio, con entrambe le braccia alzate e schiena rivolta al vento. (Gli aeromobili necessitano di atterrare contro vento). Possibilmente segnalare il centro dell’area con un lenzuolo bianco, da togliere poi assieme ad altri oggetti volanti quando l’elicottero sta per atterrare. SI necessitano di soccorso. SI atterrate qui, il vento è alle mia spalle. SI risposta affermativa alle domande poste. Se sopraggiungessero dei problemi durante la manovra di atterraggio, per segnalare la necessità di una interruzzione, il soccorritore si pone, sempre con le spalle al vento con un solo braccio alzato,l’altro abbassato contro un fianco. Ciò sta a significare: NO, non necessitiamo di soccorso. NO, non atterrate qui (interrompete la manovra e allontanatevi). NO, risposta negativa alle domande poste. In assenza di vento ed in presenza di sole, il segnalatore si disporrà con la faccia rivolta verso il sole. E’ bene prevedere per un elicottero che svolge soccorso alpino, l’installazione di altoparlanti esterni al velivolo, in modo che l’equipaggio possa comunicare con le persone a terra.

SEGNALI SOCORRITORE – ELICOTTERO
Purtroppo non si è ancora messo a punto un sistema ricetrasmittente che permetta sempre una perfetta comunicazione radio, fra il personale di bordo e il soccorritore, in quanto il rumore della turbina prevale sulla “voce” rendendola incomprensibile, o perchè lo stesso apparecchio ricetrasmittente si guasta. Di conseguenza è indispensabile durante una missione, da parte del soccorritore appeso al verricello o gancio baricentrico, comunicare in qualche modo con l’equipaggio dell’elicottero con dei segnali a “vista”. a) Effettuare dei movimenti delle braccia, anche uno alla volta, dall’alto verso il basso (come il movimento delle ali degli uccelli), per indicare che si vuole scendere. b) Ruotare un braccio alzato per indicare che si può iniziare la manovra di recupero. c) Sollevare tutto il braccio quasi all’altezza della spalla, piegando il gomito con movimenti alterni, per indicare la direzione di destra o sinistra. d) Incrociare le braccia davanti piegate sui gomiti, ed allargarle a croce per indicare lo stop,avendo raggiunto il punto prefissato.

REGOLE ELEMENTARI
Conoscenza dei fumogeni e suoi usi. Il movimento del rotore, produce un’improvvisa riduzione della visibilità al pilota. Allontanare dai paraggi o bloccarli in qualche modo oggetti come lamiere, cartoni, indumenti, zaini, corde, e qualunque curioso che si avvicina a piedi o con veicoli, ecc., i quali potrebbero essere sollevati dalla turbolenza creata durante la fase di atterraggio e decollo, e dal relativo vento prodotto dalle pale del rotore centrale. In caso di necessità di atterraggio su neve fresca, la piazzola dovrebbe essere preventivamente battuta, possibilmente con gli sci ai piedi; mentre in appoggio su ghiacciaio c’è anche da tener presente eventuali crepacci o ponti di neve inconsistenti, i quali metterebbero a grave rischio l’incolumità delle persone e del mezzo. Evitare le zone “oscure” in ombra, come i canaloni stretti ed incassati od i posti sottostanti le pareti sia di roccia come di ghiaccio, ove accanto alle difficoltà di manovra connesse alla loro conformazione, esistono grandi rischi per la caduta di pietre, frane, ghiaccio o valanghe. Questi luoghi si trovano inoltre molto spesso in presenza di turbolenze e correnti non valutabili giustamente a terra. Operando su pareti e creste si deve tener conto anche della possibilità che il pilota ha, di appoggiare un solo pattino dell’elicottero al suolo; manovra che comunque sarà sempre decisa dallo stesso conduttore del velivolo. Quando il soccorso in parete si svolge alla presenza, anche di altri alpinisti, bisogna in tutti i modi cercare di fermarli. Una cordata in movimento rischia di far cadere dei sassi sulla testa dei soccorritori e sul medesimo elicottero. A questo riguardo, si deve fare anche molta attenzione che in prossimità della zona operativa, le corde non siano lasciate libere di svolazzare: potrebbero andare ad impigliarsi nei rotori o nelle pale, o vincolare accidentalmente al suolo lo stesso elicottero.